Alessandro Castellari - Avventura 1

Alessandro Castellari

L’avventura 0 di Alessandro Castellari iniziò a Bologna nel maggio del 1949. Figlio unico di una coppia benestante, Alessandro non difettò mai dei mezzi per perseguire i suoi numerosi e vari interessi. Diplomato nel 1967, decise di proseguire gli studi e si iscrisse alla facoltà di Scienze Politiche all’Università di Bologna. Fu proprio durante gli anni dell’università che Alessandro si imbattè per la prima volta in quello che sarebbe diventato uno dei suoi grandi hobby: i wargame tridimensionali.


Aldo Ghetti, classe 1952, oggi Curatore del Museo del Risorgimento di Faenza e nominato Cavaliere al Merito della Repubblica dal Presidente Mattarella, conobbe Alessandro nella prima metà degli anni ‘70, quando iniziò a frequentare la medesima facoltà dell’Università di Bologna. Tre anni più giovane di Alessandro, Aldo scoprì presto di avere molti interessi in comune con lo studente più anziano, soprattutto la passione per i wargame.


Ghetti: “Ricordo benissimo quando ci incontrammo la prima volta. Era giugno del 1973, al circolo l’Esagono di Bologna. Fu per me un’esperienza indimenticabile perché vidi per la prima volta giocare con i soldatini di piombo, quando allora gli unici pezzi con cui potevamo giocare erano i soldatini di plastica della ditta inglese Airfix. Insieme ad Alessandro, in un solo anno passammo dal partecipare a un torneo locale ad organizzare una manifestazione regionale. Questo dà la misura dell’interesse che c’era per i wargame e l’impegno per creare una comunità di giocatori.”


Un anno più tardi, il 26 marzo del 1974, Alessandro conseguì la laurea. Esentato dal militare per motivi di salute, trovò un posto di lavoro alla Unipol come impiegato. Nel tempo libero continuò a dedicarsi ai suoi numerosi hobby; accanto alla crescente passione e impegno nei wargame tridimensionali, allora una grande novità in Italia e passatempo di nicchia, iniziò a coltivare anche interessi più tradizionali, come il motociclismo.


Ghetti: "Nella seconda metà degli anni '70, Alessandro iniziò una dieta ferrea che diede dei buoni risultati. Comprò una motocicletta e iniziò a viaggiare con la sua compagna di allora. Comprò anche un grosso camper, sempre per viaggiare, cosa che gli piaceva molto. Non solo: prese lezioni per imparare ad andare a cavallo e si avvicinò al nostro gruppo di Faenza."


Finale del torneo nazionale di wargame tridimensionale tenutasi a Fidenza l'11 ottobre del 1979: i bizantini, guidati dall'ABW di Bologna sfidarono i persiani sassanidi guidati dal GUS di Pavia. La partita terminò con un pareggio.

Da sinistra: Alessandro Castellari (con giacca blu) intento a parlare con l'allora Assessore alla Cultura del Comune di Faenza, Edoardo Dalmonte. Al tavolo: seduto a sinistra Mario Bosco, presidente del club di wargame di Napoli, e Giuseppe Rava in piedi a destra. (Fotografia tratta da Pergioco, numero di marzo del 1980)



In quel periodo Alessandro era molto attivo nella comunità dei giocatori di wargame, arrivando ad assumere la carica di presidente della L.I.W. (Lega Italiana Wargame), oltre a presiedere la sua associazione di Bologna, la A.B.W. (Associazione Bologna Wargame).


Erano anni in cui c'era un crescente interesse nei confronti dei wargame e numerose realtà associative sorgevano a macchia di leopardo da Milano a Bologna, a Pavia o Napoli. Una delle realtà più importanti si trovava nel comune di Faenza, che era divenuto centro gravitazionale per chi giocava ai wargame alla fine degli anni '70. Ghetti, allora presidente del G.M.B.S. (Gruppo Modellismo Battaglie in Scala) di Faenza spiegò in un'intervista come mai la sua città non fosse stata scelta a caso per ospitare la finale dei campionati italiani di wargame, ma selezionata per via del riconoscimento e del supporto da parte dell'amministrazione comunale: "Perché qui esiste una delle poche amministrazioni locali che ha capito come questa attività non sia solo occasione di gioco, ma anche e soprattutto di ricerca storica, uniformologica e militare. Si tratta quindi di una manifestazione culturale, e come tale va difesa e sostenuta dagli organi pubblici."


Frequentando spesso Faenza per via dei wargame, Alessandro aveva iniziato anche a seguire con crescente interesse una delle manifestazioni più importanti della città: il Palio del Niballo, una rievocazione storica delle giostre medioevali, che vedeva contrapposte le cinque fazioni dei rioni comunali. Sempre più coinvolto da questa manifestazione, Alessandro aveva poi deciso di partecipare attivamente all'organizzazione del Palio del Niballo, arrivando a ricoprire la prestigiosa carica di Araldo verso la metà degli anni '80.


Ghetti: "In questi anni, il nostro rapporto era fondato soprattutto sulla rievocazione storica del Niballo al quale lui partecipava con molta identificazione nelle figure importanti, di cui indossava gli abiti. Nel caldo mese di giugno!"


Palio dei Niballo, primi anni '80. Alessandro legge il bando. (Foto per gentile concessione di Aldo Ghetti, ritratto nella terza foto, in primo piano a destra di Alessandro)


La passione per i wargame tridimensionali era nel frattempo calata, anche se non scomparsa del tutto, sostituita in parte da una crescente attenzione per i wargame astratti e bidimensionali, che sempre più numerosi arrivavano dall'estero o venivano ideati e prodotti in Italia. Tra questi c'era VII Legio, del game designer milanese Marco Donadoni con le illustrazioni dell'artista modenese Silvio Cadelo, e un gioco a esagoni proveniente dall'america di nome Battle over Britain di John H. Butterfield e pubblicato nel 1983 da Tactical Studies Rules (TSR). Quest'ultima era già famosa nel mondo dei giocatori, anche ad Alessandro, per via del celebre Dungeons & Dragons, scatola rossa, che allora non era ancora arrivato ufficialmente in Italia con un'edizione localizzata, ma già circolava per importazione o sotto forma di copie non ufficiali, talvolta tradotte amatorialmente in lingua italiana.


Nel 1983 il tempo libero di Alessandro venne occupato da un altro interesse: il personal computer Commodore 64.


Lo comprò in un negozio di Bologna di nome Minnella Computer e, come molti prima o dopo di lui, si mise a programmare in BASIC per cercare di ricreare su computer l'esperienza dei giochi da tavolo che tanto amava. Decise di partire proprio da Dungeons & Dragons, creando quella che poi sarebbe divenuta Avventura 1, un gioco di ruolo fantasy principalmente testuale con forti richiami all'opera di Gygax e Arneson e un game loop improntato all'azione, con missioni di scorta di carovane, eliminazione su contratto di mostri e banditi, con lo scopo di far progredire il proprio personaggio con esperienza e armi magiche fino a divenire un semidio. Tra gli incontri casuali non perse l'occasione di aggiungere un pizzico di humour e proporre al giocatore improbabili combattimenti con nani giganti, droll, folli folletti e ragni pelosi.


Ghetti: "Alessandro era una persona brillante, molto intelligente e divertente. Non ho giocato ad Avventura 1, ma sono scherzi tipici di lui."


Valerio Minnella, attivista politico, specialista informatico e scrittore, allora proprietario di Minnella Computer ricorda: "Alessandro acquistò il Commodore da noi perché era amico di un altro cliente. Alessandro sviluppava questi software autonomamente, per un suo piacere personale. Entrammo in simpatia e venne a mostrarci i suoi lavori e noi gli demmo alcuni consigli, proponendogli di commercializzarli."


Valerio Minnella in una pubblicità del negozio Minnella Alta Fedeltà, precursore di Minnella Computer. Secondo lo stesso Minnella, la fotografia venne scattata nel 1976 e pubblicata un anno più tardi, quando il soggetto ritratto era in carcere per renitenza alla leva. (Fonte Suono, anno VII, n.58 )


I giochi di Alessandro arrivarono al momento giusto, perché Minnella, insieme ad altri imprenditori e commercianti bolognesi dell'industria discografica e dell'intrattenimento avevano deciso di mettere su una società per provare a vendere prodotti tecnologici al mercato consumer. Tra i soci, oltre a Minnella, c'era Nannucci Giuseppe, titolare dei Magazzini Nannucci, storico negozio bolognese di dischi, e della Giucar Record S.p.A., azienda di vendita per corrispondenza e grande distribuzione di vinile. C’era anche Alberto Caroli, collaboratore di Nannucci e amministratore della Base Record, società discografica fallita negli anni 2000.


Versati 21 milioni di lire, i quattro soci crearono la Electronic Future World E.f.w. S.p.A.


Era il 12 aprile del 1984.


Avventura 1 non ebbe molta fortuna, ma presto si diffuse di mano in mano attraverso copie pirata prima in una versione incompleta (priva di alcune funzionalità Quality of Life, prima tra tutte la possibilità di salvare su nastro il progresso della partita) e poi in due versioni bootleg: quella di Systems Editoriale nota con il nome di Conan e Taverna delle Avventure di Mantra Software. Ad Avventura 1 seguì nel 1985 Avventura 2, un gioco che, contrariamente a quanto indicato dal titolo, era principalmente strategico e fortemente ispirato al gioco da tavolo VII Legio. Da ultimo, Alessandro scrisse un terzo gioco, Battaglia d'Inghilterra, a sua volta ispirato dal gioco da tavolo Battle over Britain di TSR.


Nessuno dei tre giochi, così come gli altri software sviluppati da Electronic Future World, tra cui un programma di indirizzario scritto dallo stesso Minnella, riscosse successo commerciale. Avventura 1, anche per via del fatto che era uno dei rarissimi giochi di avventura/ruolo disponibili in lingua italiana, venne diffuso in modo capillare tramite il passamano prima e poi da System Editoriale e Mantra Software, ma senza profitto per E.F.W. e il suo sviluppatore.


Minnella: "Oltre al software, avevamo anche iniziato a sviluppare un accoppiatore acustico a 300 baud, ma presto la concorrenza americana era arrivata proponendo modelli superiori e i costi degli stampi rendevano impossibile competere senza realizzare volumi di vendite che per noi erano impensabili."


Verso la fine del 1985, Minnella lasciò la E.F.W. che rimase operativa fino a fine anno e cessò le operazioni nel corso del 1986. 


Minnella: "Per mangiare facevamo tutti un altro lavoro e non si sta al passo, se non hai il tempo da dedicare, in un mercato che è costantemente in evoluzione. [...] La pirateria è da sempre il più importante veicolo per la notorietà di un prodotto software, che sia musica, libri, o programmi. Io sostengo da sempre, avversato dalle major, che la società si è evoluta con la "copia" e che non deve essere contrastata. In primis per una questione morale: nessuno inventa nulla ex-novo, ma tutti studiando ciò che hanno immaginato/prodotto altri, costruiamo la nostra cultura e creiamo varianti di ciò che già esisteva. [...] Non si sono mai venduti tanti dischi, quanti nel periodo in cui tutti si passavano le "cassette" registrate. Idem per il software: Wordstar per la scrittura agli albori, Office poi, diventarono leader di mercato perché tutti, potendoli utilizzare gratuitamente, poi continuavano a usarli anche a pagamento, perché avevano imparato a usare quelli. [...] Nel nostro caso chiudemmo l'azienda e non potemmo sfruttarne i benefici."


Finita la parentesi da sviluppatore di giochi, Alessandro si staccò in modo definitivo dal suo interesse per i wargame, perdendo progressivamente i contatti con gli amici della comunità dei giocatori e appassionati. Fino alla fine degli anni '80 e poco oltre, rimase entusiasta promotore del Palio del Niballo e partecipò attivamente all’organizzazione, nonostante il progressivo declino della sua salute.

Alessandro continuò a partecipare con entusiasmo al Palio del Niballo fino ai primi anni '90. (Foto per gentile concessione di Aldo Ghetti)

Nelle ricerche necessarie per riportare alla luce la storia dell'informatica e dei videogiochi è costante il pericolo di trovarsi di fronte a un vicolo cieco. Il rischio più grande è di arrivare tardi, quando il prototipo è stato demolito, il codice sorgente è andato perso e i supporti magnetici sono ormai deteriorati. Nel corso degli anni tanti si sono messi alla ricerca di Alessandro Castellari, il programmatore di Avventura 1, La taverna delle avventure o Conan. Nei newsgroup, sui forum e sui blog, molti hanno lasciato un messaggio nella bottiglia, sperando di essere ricontattati dall'uomo che programmò l'Akalabeth italiano, ma mai nessuno si fece avanti, il che lasciava aperte solo due vie possibili, delle quali una era troppo spiacevole da accettare. A lungo gli ammiratori di Avventura 1 hanno puntato tutto sulla possibilità che Alessandro, non interessato a parlare del suo passato e dell'avventura nel mondo dei videogiochi, avesse deciso di rimanere in disparte, silenzioso di fronte al richiamo di tanti.


Ghetti: "Alessandro aveva sempre sofferto di obesità. Era riuscito talvolta a vincere qualche battaglia, ma verso la metà degli anni '80 il peso eccessivo era diventato un grosso problema per la sua salute. Su suggerimento di sua moglie si sottopose a un intervento di chirurgia gastrica per cercare di dimagrire, ma l'intervento andò male e ci furono delle complicazioni."


Nel 1998 i suoi numerosi amici si trovarono nella rossa chiesa di San Donnino per rendere il loro ultimo saluto ad Alessandro. Seguendo le sue volontà testamentarie, le sue miniature e i suoi wargame furono donati generosamente agli amici. Come era successo con Avventura 1, i suoi giochi passarono gratuitamente di mano in mano, portando divertimento e mantenendo viva la sua memoria.


Si ringraziano in ordine alfabetico: Aldo Ghetti, che mi ha pezientemente aiutato nel mio lavoro di ricerca sulle tracce di Alessandro Andrea Frascari dell'A.B.W. e Giuseppe Rava della A.R.E.S. che per primi mi hanno indirizzato sulla giusta via, Andrea Pachetti, che ha scoperto il gioco originale Avventura 1 edito da E.F.W. e lo ha reso disponibile a tutti gli appassionati, Carlo Santagostino e l'associazione Retrocampus, che non hanno mai fatto mancare il loro supporto ai miei progetti di ricerca, Mauro Corbetta e l'associazione Retroedicola Videoludica, Valerio Minnella per il lungo scambio di email e la pazienza con cui mi ha aiutato a mettere insieme i tasselli del puzzle.

Se sei giunto fino a questo punto e hai apprezzato il lavoro di ricerca storica, valuta di acquistare un libro dallo store. Usa il codice sconto AVVUNO.

Share by: